il Fiat Coupé - la storia di un mito |
Inoltre la Fiat puntava a creare una vettura sportiva che potesse primeggiare con l'agguerrita concorrenza Giapponese meritevole, bisogna dirlo, di aver ridato in quegli anni nuova linfa vitale al settore delle special cars (Toyota Celica su tutte). La Fiat non puntava però ad ottenere una semplice sportiva tutta potenza e cavalli, le sue aspettativa andavano ben oltre. Il nuovo modello doveva riuscire ad unire sportività ed eleganza come fatto da alcune delle sue celebri antenate (124 e 130 su tutte). In appena due anni (i primi studi partono nel 1992) la Fiat crea quella che, almeno sul piano stilistico, sarà uno dei suoi più bei modelli mai realizzati. Per riuscire a centrare questo ambizioso obiettivo, un allora quasi sconosciuto Chris Bangle, coglierà l'idea di per se più semplice e brillante che si poteva avere, raccogliere ad ampie bracciate direttamente dai modelli del passato di maggior successo. Così, negli anni in cui le sportive cercano di ammaliare con le loro curve, la Fiat presenta un modello in cui i tagli azzardati e le linee tese la fanno da padrone. Il risultato è eccezionale e paradossale, la Fiat giocando con il passato riuscirà a creare una linea senza tempo. Se tutto questo non bastasse ancora, arriva la ciliegina sulla torta, la Pininfarina, nello studiare gli interni, crea una piccola gemma che ancora oggi lascia a bocca aperta chi per la prima volta si siede su un coupé e che diventerà uno dei segni distintivi del modello, il fascione di lamiera a vista in tinta con la carrozzeria che circonda gli occupanti. Inoltre sarà la stessa Pininfarina che curerà la completa produzione del Coupé nei suoi stabilimenti. |